Ieri sul bellissimo “palcoscenico” della RSA del Santuario sono tornati a colorare la giornata dei nostri ospiti gli artisti del Centro Culturale Arti Classiche fondato da Maria Grazia Toni.
Coi colori dei loro abiti, l’ironia e la bravura nella loro recitazione, la musica del sax e il ballo da sala hanno reso questa giornata un vero omaggio all’arte.
Alcuni dei nostri ospiti hanno potuto festeggiare il loro compleanno contornati da artisti in un clima di gioia e divertimento.
Operatori e parenti hanno contribuito attivamente ai festeggiamenti prestandosi con ironia ad interagire con gli artisti.
Animatori ed artisti hanno collaborato attivamente alla realizzazione di un pomeriggio di spensieratezza e serenità per gli ospiti della struttura.
Ma…..andiamo a conoscere qualcosa in più su questi artisti che, ormai da alcuni anni, collaborano gratuitamente con la nostra struttura:
Maria Grazia Toni fonda il Centro Culturale Arti Classiche Scuola di dizione e di recitazione nel 1977. Successivamente il centro diventerà Compagnia Teatrale producendo spettacoli ogni anno. Recentemente ha rappresentato per ben cinque volte la commedia “Un grazioso via vai” di Marco Tassara ottenendo lusinghieri successi di pubblico e di critica. Recentissima la rappresentazione di questa commedia il 31 luglio scorso al centro culturale di Mallare.
Rino e Giuse sono i nostri ballerini: sposati da 47 anni. Hanno cominciato nel 2005, ora sono Maestri di Ballo.
Nel 2015 sono arrivati primi in Coppa Italia nel Liscio Tradizionale e nel Ballo da Sala;sono anche Campioni Italiani nel Tradizionale e ViceCampioni nel Sala, sempre nel 2015, ctg. Over 70.
Uscire la sera per andare a Teatro evoca immagini soffuse e sofisticate.
Si fa buio in platea, il sipario si apre e una figura di donna discreta ed elegante si fa sul proscenio…è Maria Grazia Toni.
Tratto da un’intervista fatta all’artista:
<Nel 1977 mi sono affacciata al mondo del Teatro savonese e i corsi di dizione erano una novità. Pochi sanno che la nostra grammatica comprende ortofrafia e ortoepia.
L’ortoepia riguarda la pronuncia esatta delle parole italiane.
E quasi nessun insegnante le dà il giusto rilievo.
In Italia ogni Regione ha il suo dialetto e la nostra lingua è soggetta alle varie inflessioni.
Ho iniziato con Carla Petrini, formatasi all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma. E in Accademia, la dizione giusta della nostra lingua e una delle basi dell’insegnamento!
Tutti si stupiscono dell’esistenza dell’ortoepia, non immaginando nemmeno la sua esistenza!
Alcuni ne sono piacevolmente sorpresi, hanno trovano difficoltà a praticarla.
Quale importanza riveste l’ortoepia nello studio della nostra lingua e nel Teatro?
L’ortoepia è come lo spartito sul quale studiare la musicalità della nostra lingua, dove al posto di note e accordi troviamo gli accenti!
L’italiano viene mortificato dalle inflessioni dialettali, per quanto possano risultare caratteristiche, piacevoli o divertenti!
Ma è l’italiano la nostra lingua madre! Definisce l’appartenenza al nostro Paese, all’essere Italiani, oltre che genovesi o romani, ad esempio!
Trovo coinvolgente riconoscersi tutti nella sua musicalità!
Assistendo magari ad una rappresentazione teatrale. Il nostro Italiano nasce con l’Unità d’Italia.
Fu il Manzoni che, scrivendo “I Promessi Sposi”, il capolavoro della nostra letteratura che racconta la Storia del nostro Paese (e trovo oggi più che mai d’attualità), volle usare una lingua nella quale tutti potessero riconoscersi.
E’ nota a tutti, immagino, la sua frase: “Ho sciacquato i panni in Arno”.
Frase con la quale definì la sua scelta del fiorentino colto come lingua veicolare per il suo romanzo.
Dalla cura della dizione alla recitazione. Come è avvenuto?
Su richiesta dei partecipanti ai miei corsi, che ho sempre tenuto per l’Unitre di Savona.
Volevano dare una motivazione in più alle loro conoscenze ortoepiche.
Abbiamo iniziato con piccole rappresentazioni, per misurarci in seguito con copioni molto più complessi.